La storia di Alberto e Anna: due impenitenti difficili da correggere!
Una coppia di coniugi, Alberto e Anna, si reca “finalmente” dallo specialista, esperto in prevenzione cardiometabolica: “finalmente” perché il loro medico curante ha faticato molto per convincerli.
Il profilo di Alberto
Alberto, è un impiegato di 54 anni, sedentario, buona forchetta, ex-fumatore; presenta
– pressione sanguigna alta (evidenziata in recenti controlli presso il medico curante e la farmacia di riferimento: 160\100mm di mercurio),
-colesterolo totale alto (=243mg%; valori normali < a 200mg%) e in particolare il
-colesterolo cattivo alto (=LDL 170mg%; valori nomali nel soggetto sano <130mg%), glicemia superiore ai limiti (=110mg%; valori normali <100mg%);
-colesterolo buono (HDL) nei limiti (43mg%; valori nomali nel sesso maschile >40mg%) e
-trigliceridi ai limiti superiori (=150mg%).
Alberto ha una storia familiare d’ipertensione arteriosa e per malattie cardio-vascolari: il padre e un fratello colpiti da infarto prima di aver compiuto 55 anni.
Il profilo di Anna
Anna, casalinga, 47 anni, ottima cuoca, fumatrice (12 sigarette al giorno), è più attiva del marito: due volte a settimana corre per un’ora con le amiche nel parco cittadino. Inoltre in casa è molto dinamica, quasi mai sta seduta. Presenta una
-pressione sanguigna elevata (media di diverse misurazioni: 144\96mm di mercurio),
– alto colesterolo totale (259mg%)
-alto colesterolo cattivo (LDL 171mg%),
-colesterolo buono (HDL) basso (=45mg%; valori normali nel sesso femminile: >50mg%),
-trigliceridi alti (212mg%),
-glicemia superiore ai limiti normali (107mg%).
Anna ha familiarità per il diabete (la mamma e la nonna diabetiche).
Entrambi i coniugi sono persone molto critiche, difficili da gestire da parte del medico: senza motivazioni valide difficilmente sarebbero disposte a modificare le loro abitudini di vita e ad iniziare un qualche trattamento farmacologico (“Se non accusiamo alcun disturbo, perché mai dovremmo prendere farmaci?”).
Il medico curante, loro amico, non è riuscito nonostante tutto l’impegno profuso, a comunicare loro la nozione di rischio cardiovascolare; li ha comunque convinti in extremis a recarsi dallo specialista per un consulto.
Primo incontro con lo specialista
I coniugi ottengono di essere ricevuti insieme e il loro primo impatto è positivo: si stabilisce da subito un clima disteso e una franca comunicazione con il loro interlocutore.
Il medico ascolta con attenzione le loro storie, osserva gli esami di laboratorio che esibiscono , controlla la loro pressione sanguigna, il peso corporeo, l’altezza e la circonferenza della vita.
Entrambi oltre ad avere la pressione alta (superiore a 140\90mm di mercurio), hanno un peso in eccesso con aumento del grasso addominale. Lo specialista s’informa sulle loro consuetudini alimentari: i coniugi hanno un’alimentazione sbilanciata verso i grassi (latticini, salumi, carni rosse). Alberto beve due bicchieri di vino al giorno, ai pasti.
Per assicurarsi che siano effettivamente ipertesi lo specialista consiglia loro di eseguire il monitoraggio continuo della pressione per 24 ore (il cosiddetto “Holter pressorio”), perché spiega “i pazienti presentano spesso una reazione d’allarme alla misurazione della pressione da parte del medico o del farmacista, la cosiddetta <<ipertensione da camice bianco>>”.
La coppia accetta di buon grado di eseguire prontamente il monitoraggio; dopo 24 ore si ripresenta per la lettura dell’esame.
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