Prevenire le crisi iperglicemiche
Per il diabetico insulino-trattato è fondamentale
-l’aderenza alla terapia insulinica e il suo corretto uso
-l’automonitoraggio con glucometro o sensore, che consente di individuare l’iperglicemia prima del pasto o due ore dopo e quindi di fronteggiarli -se necessario- con boli correttivi
-la conta dei carboidrati e la conoscenza del Carb Ratio per la scelta più appropriata del bolo pasto, allo scopo di mitigare l’iperglicemia post-prandiale.
Altre raccomandazioni per prevenire la chetoacidosi diabetica.
In caso di stress o malattia intercorrente un soggetto con diabete tipo 1 può accusare uno o più dei seguenti sintomi: nausea, vomito, malessere generalizzato, cefalea, crampi addominali, febbre. In tal caso se la sua glicemia è alta (> a 200mg%), deve misurare con un particolare glucometro munito di strisce adatte, i chetoni (ossia il betaidrossibutiratto, BOHB) nel sangue capillare.
In base ai valori del BOHB deve prendere importanti decisioni:
a. se è <0.6mM (chetonemia normale), deve limitarsi a bere molta acqua (1,5 – 2 litri) per prevenire la disidratazione.
b. Per valori compresi nel range tra 0.6 e 1.5mM (lieve iperchetonemia): non deve mangiare nulla nè praticare attività fisica; deve bere molta acqua e somministrarsi un bolo correttivo raddoppiato!
c. Se il BOHB è > 1.5mM (moderata iperchetonemia): la situazione può essere ancora gestita in casa; oltre che bere molta acqua, deve chiamare il suo medico per definire l’entità del bolo correttivo.
d. Se il BOHB è > 3mM (iperchetonemia grave), la situazione non è più gestibile a casa. Egli (o un familiare) deve chiamare il 118 o farsi accompagnare al pronto soccorso. Nel frattempo deve bere molta acqua.
Consigli per chi utilizza il microinfusore: per prevenire la chetoacidosi è raccomandato effettuare il cambio set al mattino, facendo con calma e con ordine tutte le corrette procedure previste. Infatti in caso di ostruzione del tubicino è più facile rendersene conto nel corso della giornata quando cioè il soggetto è sveglio e attivo.
Il cambio del set di sera espone perciò a maggiori rischi di chetoacidosi.
Dopo il cambio set conviene effettuare controlli frequenti della glicemia; per livelli iperglicemici anomali e inspiegabili occorre controllare la presenza di corpi chetonici: valori bassi di BOHB indicano che non c’è chetoacidosi e pertanto l’elevata glicemia è riconducibile a una dose di insulina insufficiente rispetto al cibo consumato da poco.
Cosa fare in caso di vomito nel diabete tipo 1
Il vomito può avere significati diversi in rapporto alla causa; infatti può essere determinato
-dalla chetoacidosi diabetica (in tal caso si accompagna a iperglicemia e iperchetonemia)
-dall’ipoglicemia (quindi disturbo concomitante ad altri sintomi dell’ipoglicemia) oppure
-da una gastroenterite (solitamente associato a diarrea).
Nelle prime due situazioni occorre chiamare il medico.
In caso di gastroenterite, non febbrile, il paziente diabetico può essere esposto a un duplice rischio: d’ipoglicemia e di chetoacidosi.
Ipoglicemia: si verifica se pratica il bolo d’ insulina e poi non mangia per la nausea oppure ha vomito alimentare. Pertanto dopo assunzione o somministrazione intramuscolare di un antiemetico, può provare a fare un piccolo pasto e ad idratarsi in modo continuato a piccoli sorsi con liquidi zuccherati (ad esempio il tè o la camomilla). Deve monitorare spesso glicemia e chetoni. Se la glicemia è alta può praticare un piccolo bolo correttivo. Infine deve continuare a iniettarsi la sera l’insulina basale, anche se a dose ridotta.
Chetoacidosi: è dovuta all’interruzione della somministrazione d’insulina basale.
Se i disturbi della gastroenterite non migliorano, occorre chiamare il medico.
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